La nascita di Boston Criminale

giovedì 22 settembre 2016


Quando ho sentito parlare del regolamento di Savage Worlds, mi sono messo a cercare recensioni e commenti dei fan per capire se il sistema facesse per me. E, neanche a dirlo, me ne sono innamorato.

Purtroppo (o per fortuna) il gioco di ruolo non esiste senza qualche amico seduto con te attorno ad un tavolo. Dovendo quindi presentare il regolamento al mio gruppo di gioco, avevo bisogno di un'avventura introduttiva per "testare sul campo" il funzionamento delle regole e per capire se anche a loro sarebbero piaciute le meccaniche.
Mi sono perciò messo a cercare un'avventura "generica" che non avesse bisogno di un'ambientazione precisa. E sono incappato in "The Moscow Connection". Semplice, lineare ma con una vena investigativa. Praticamente perfetta.

Dovevo solo renderla più "mia", cambiando alcuni dettagli qui e là.

Le modifiche
Per prima cosa ho affrontato il problema dei personaggi pregenerati. Ad un paio di giocatori che siedono al tavolo piace avere il "controllo" di quello che interpretano (probabilmente perché fanno difficoltà ad uscire dalla loro "zona di agio"), quindi avevo bisogno di capire come costruire una "squadra" russa da mandare al molo, senza snaturare più di tanto l'idea che c'era dietro al gruppo presentato nell'avventura.

La presenza di membri della Famiglia nella squadra non mi piaceva più di tanto, quindi, per evitare disparità in vista di una possibile futura campagna, ho cambiato le carte in tavola: i personaggi avrebbero fatto parte di una delle squadre della Famiglia, mandati ad indagare dal figlio del boss (la storia originale prevede che sia lui ad aver causato il problema, quindi potevo mantenere la trama praticamente inalterata, ma tenendo nascosti alcuni dei dettagli "utili" presenti nel setup iniziale).
In questo modo avrebbero potuto interpretare un qualsiasi delinquente di basso livello al soldo di una Famiglia della mafia russa. Il loro punto di riferimento sarebbe stato Alexei, il figlio del boss (Alexy non suonava tanto russo, quindi l'ho variato...).

E, per evitare eventuali ricerche da parte loro (in questo sono un po' paranoico), ho deciso che Petrovich non fosse il nome giusto. Molto meglio Antonovich.

Anche la località in cui giocare non mi andava a genio. A Brooklyn c'è troppa mafia italiana... meglio spostare il tutto più a nord. A Boston, per esempio.

Il tocco finale
Ero pronto. Anzi no, mancava ancora qualcosa. Cosa potevo pensare per aggiungere un tocco "personale" all'avventura?
A quel punto ho avuto un'illuminazione: i giocatori avrebbero simulato l'accento russo mentre parlavano in prima persona! Avevamo già sperimentato la cosa con un personaggio di Cyberpunk ed era stato parecchio divertente...

Risultato
E' stato un successo. Il sistema è piaciuto a tutti ed alla fine dell'avventura mi hanno chiesto di continuare a vestire i panni dei mafiosi russi. E tutti si sono divertiti moltissimo a parlare con l'accento russo.

Così è nata Boston Criminale, un'ambientazione in cui abbiamo già giocato una breve campagna composta da sette avventure e che tra un po' riprenderemo in mano per affrontare una seconda campagna più "feroce".

E' da un po' che scrivo un blog sulle gesta di questo gruppo di criminali, che voi potete leggere qui: bostoncriminale.blogspot.it.

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